Eat Beautiful

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Conoscere gli alimenti che ingeriamo quotidianamente per imparare a gestire la nostra alimentazione significa sostanzialmente riprendere il controllo del nostro corpo, ascoltare i suoi segnali, capire quale direzione intraprendere se vogliamo percorrere un sentiero di “benessere” il cui focus principale non potrà che essere la ricerca, lo stimolo ed il “caring” delle potentissime difese naturali che sono già a nostra disposizione e che purtroppo vengono costantemente depotenziate da comportamenti errati, da informazioni incomplete e/o inesatte e da uno stile di vita che privilegia gli eccessi, anche alimentari, a cui in seguito si può porre rimedio solo con terapie mediche e farmacologiche.

Per garantire una sopravvivenza virtuosa del nostro microbiota intestinale, nel nostro organismo devono essere introdotte fibre attraverso il consumo costante e bilanciato di frutta, verdura, semi e cereali integrali. E’ fondamentale bere molta acqua semplice o tisane procedendo contestualmente all’eliminazione completa, per quanto possibile, dello zucchero (in tutte le sue forme ed in tutte le bevande e/o cibi in cui è contenuto) e delle farine raffinate; trattasi infatti di prodotti creati o modificati chimicamente di cui è stata ampiamente documentata negli ultimi anni, in ambito medico-scientifico, sia la pericolosità per l’equilibrio dell’intestino, che il ruolo non secondario nello sviluppo delle principali malattie del nostro tempo: tumore, diabete, obesità e problemi cardiaci. Masticare con cura il cibo consente invece una digestione ottimale (priva di spiacevoli fermentazioni intestinali) ed una corretta assimilazione dei microelementi fondamentali contenuti nei cibi.

Al fine di combattere efficacemente la resistenza insulinica, bisognerebbe introdurre nella dieta alimenti a basso indice glicemico e si dovrebbe mangiare sempre verdura e frutta cruda prima di ogni pasto compresa la colazione. Allo stesso tempo, dovrebbero essere individuati tutti gli alimenti (glutine, latte, latticini, carne rossa, prodotti ad alto contenuto di nichel e lieviti) che possano creare infiammazione silente attraverso la dieta “di rotazione” per poi reinserirli progressivamente in piccole quantità. In questo scenario, è evidente che anche il quando ed il come ci alimentiamo divengono elementi sostanziali di questo “reset organico”: la colazione, che è il primo pasto fondamentale della giornata, viene da molti trascurata ed abbandonata al dominio incontrastato dei carboidrati (semplici o raffinati) e dei grassi mentre è importantissimo che sia sempre bilanciata ed abbondante in modo da contribuire subito e positivamente all’attivazione di tutte le ghiandole endocrine sin dall’inizio della giornata.

Quindi la colazione dovrebbe essere consumata entro la prima ora dal risveglio e dovrebbe contenere una quota adeguata e bilanciata di carboidrati, proteine, fibre, vitamine e grassi buoni, accompagnati sempre da una significativa porzione di frutta fresca.

Da una prima colazione efficace, nutriente e completa discende un pranzo equilibrato e ristoratore: iniziare sempre con un antipasto vegetale crudo come verdura e frutta scondita significa ridurre l’effetto infiammatorio di alcuni cibi; aggiungere un quantitativo di fibre utili all’equilibrio del microbiota, comporta anche la riduzione dell’impatto glicemico dei carboidrati (integrali ovviamente) da abbinare a verdura cotta, proteine animali o vegetali e grassi buoni come l’olio d’oliva.

La cena, nella piramide invertita di questo schema alimentare, diviene inevitabilmente il pasto in cui il consumo di cibo deve essere minore e da consumare peraltro il più presto possibile, con l’evidente obiettivo di non appesantire l’organismo, prima di andare a dormire.

Gli spuntini, tanto presenti nella maggior parte delle diete degli ultimi anni, non sono sempre necessari, soprattutto se tra un pasto e l’altro non si superano le 5 ore: d’altra parte, in caso di appetito, è sempre possibile mangiare della frutta o della verdura cruda e scondita.

Così come l’umanità evolve attraverso il cambiamento ed il continuo confronto delle idee, il nostro intestino preferisce una costante alternanza di cibi il più possibile freschi e non trattati chimicamente (“cibo vero, cibo intero” come dice la Professoressa Bacciottini): solo in questo modo gli alimenti conservano tutte le loro molecole bioattive.

Quindi in concreto, per i carboidrati: riso integrale, quinoa, legumi freschi o secchi ecc. cotti per idratazione o lessati e conditi con olio d’oliva o altro olio vegetale di buona qualità. Per le proteine: uova, carne bianca, pesce e frutti oleosi (tutto fresco, ovviamente, se possibile). Di verdura (cruda o cotta) e frutta se ne può mangiare a sazietà privilegiando “il come” sopra delineato.

Antonella Allegrucci

Psicologa, Naturopata, Health Coach, Consulente Nutrizionale

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