La scatola nera del tuo Peso
Quante volte hai iniziato una dieta con entusiasmo, per poi abbandonarla dopo poche settimane? E quante volte ti sei dett*: “Questa volta sarà diverso!”, salvo ritrovarti a mangiare un biscotto (o dieci) davanti alla TV?
Il problema, spesso, non è la mancanza di forza di volontà, ma l’assenza di un supporto psicologico adeguato: il nostro rapporto con il cibo è profondamente legato alle emozioni, allo stress, alle abitudini e perfino ai ricordi d’infanzia (sì, anche a quella nonna che ci riempiva il piatto “perché altrimenti non crescevamo!”).
In questo articolo esplorerò perché un approccio integrato è la strada più efficace per un benessere duraturo. E lo farò senza colpevolizzarti, se ieri hai veramente fatto un “bis” di torta!
Secondo uno studio pubblicato su American Psychologist (2018), il 95% delle persone che perdono peso con diete restrittive lo riacquista entro 1-5 anni. Il motivo? Il cambiamento non è sostenibile se non coinvolge la mente per i seguenti motivi:
- Emotional Eating: Mangiamo per noia, stress, tristezza o persino felicità.
- Autosabotaggio: Spesso convinzioni inconsce (“Non ce la farò mai”) ci bloccano.
- Effetto Rimbalzo: Le privazioni eccessive portano a craving incontrollabili.
Un percorso psicologico mirato lavora su:
- Gestione dello stress e delle emozioni (no, il gelato non è l’unico antistress!).
- Ristrutturazione dei pensieri disfunzionali (“Se sgarro, ho fallito” “Un passo alla volta”).
- Costruzione di abitudini sostenibili (piccoli cambiamenti > rivoluzioni impossibili).
Nel mio lavoro, aiuto le persone a:
- Riconoscere i trigger emotivi che le portano a mangiare in modo inconsapevole.
- Sostituire i pensieri sabotanti con convinzioni più sane (“Un pasto non definisce il mio percorso”).
- Costruire abitudini graduali che diventino parte naturale della loro vita.
Uno studio del Journal of Consulting and Clinical Psychology (2020) ha dimostrato che le persone che seguono un percorso psicologico abbinato a un piano alimentare hanno il 60% di probabilità in più di mantenere i risultati a lungo termine.
La nutraceutica è un alleato prezioso in questo percorso perché riequilibra il corpo, sostenendo la mente. Non si tratta di “pillole magiche”, ma di sostanze naturali che aiutano a:
- Ridurre la fame nervosa (es. Rodiola rosea per il tono dell’umore).
- Stabilizzare l’energia (es. Cromo picolinato per i picchi glicemici).
- Migliorare il sonno e la gestione dello stress (es. Magnesio e ashwagandha).
Se una persona arriva da me stressata e con attacchi di fame, non basta dirle “mangia meno”. Prima lavoro sulle cause emotive e, se necessario, consiglio integratori che la aiutino a sentirsi più equilibrata (meno ansia = meno voglia di comfort food) e avere più energia (per essere motivata a muoversi e fare scelte sane).
È un circolo virtuoso: meno stress → più autocontrollo → più risultati → più motivazione!
La mindfulness è un altro strumento che si può utilizzare durante il percorso; in particolare, la mindful eating è l’arte di “mangiare con consapevolezza”, ascoltando il corpo e godendosi ogni boccone. Niente più cibo ingurgitato davanti al pc o alla televisione!
Come introduco la mindfulness nel mio Programma?
- Esercizi di respirazione prima dei pasti (per ridurre l’ansia da cibo).
- Assaporare lentamente (così ci si accorge prima di essere sazi).
- Riconoscere la differenza tra fame fisica ed emotiva.
Un esempio pratico:
Immagina di mangiare un cioccolatino. In modalità pilota automatico, lo finiresti senza nemmeno accorgertene; con la mindful eating, lo assaporeresti, ne sentiresti il gusto, la consistenza… e forse te ne basterebbe uno solo per sentirti soddisfatt*!
Uno studio su Obesity Reviews (2021) ha dimostrato che la mindful eating riduce le abbuffate e migliora il rapporto con il cibo.
Consiglio spesso anche i fiori australiani (Bush Flowers) perché agiscono in modo dolce ma profondo e sono particolarmente adatti alle sfide contemporanee, come lo stress digitale o l’insicurezza sociale. Ad esempio:
- Emergency: Per chi ha crisi di fame improvvisa (calma l’ansia in pochi minuti).
- Crowea: Per chi mangia per noia o insoddisfazione.
- Banksia: Per chi si autosabota (“Tanto fallisco lo stesso”).
Uno studio su Journal of Alternative Medicine (2022) ha rilevato che i fiori australiani riducono l’impulsività alimentare in modo significativo.
L’esercizio fisico libera endorfine (antistress naturali), migliora l’autostima e regola l’appetito. Non impongo palestre estenuanti: in una prima fase, basta una camminata quotidiana, lo yoga o il ballo. Dico sempre: “Trova un’attività che ti piaccia, altrimenti sarà solo un’altra punizione!”. C’è chi ama la corsa, chi il pilates… e chi, come me, si diverte a swingare kettlebell!
Uso l’attività fisica come “ancora emotiva”: se una persona si sente giù, la invito a muoversi prima di aprire la dispensa.
Uno studio su Psychosomatic Medicine (2023) ha mostrato che 30 minuti di movimento al giorno riducono il craving per i cibi ipercalorici del 40%!
Nel mio lavoro, non fornisco diete miracolose, ma strumenti per trasformare lo stile di vita in modo sereno e duraturo. Ecco il cerchio perfetto che propongo:
- Psicologia: Lavorare sulle cause emotive.
- Nutraceutica: Sostenere il corpo con rimedi naturali.
- Mindful Eating: Imparare a mangiare con gioia e consapevolezza.
- Fiori Australiani: Bilanciare le emozioni in modo delicato.
- Movimento: Chiudere il cerchio con energia positiva.
Vuoi smettere anche tu di lottare con il cibo e iniziare a vivere meglio? “Perché il benessere vero inizia quando mente, corpo e emozioni viaggiano insieme.”
Antonella Allegrucci
Psicologa, Naturopata, Health Coach, Consulente Nutrizionale

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