Iniziamo a Respirare
Il Sanscrito è la lingua dello yoga, un’antica lingua Indo-Ariana “vibrazionale”. Questo significa che è la vibrazione a dare valore alla parola (pensiamo ai mantra). Le sillabe dell’alfabeto sanscrito, infatti, vengono definite Mantrika “piccola madre”, perché danno origine all’energia e alla vibrazione. La lingua dello yoga non descrive solamente l’oggetto che vuole indicare, ma cerca di associare una vibrazione, nel tentativo di raggiungere l’essenza più profonda dell’oggetto. Tutto ciò è più intuitivo di quanto crediamo; si pensi, infatti, ai neonati e al potere del suono della voce della madre: il bambino non conosce ancora il significato delle parole, ma il semplice sentire la voce della sua mamma lo porta ad uno stato di calma.
Il sanscrito ha moltissime sfumature, essendo una lingua particolarmente evocativa: pensiamo solo alla parola Yoga (i̯óoġa), che significa “unione, congiunzione dell’uomo con la divinità” ma anche un vasto complesso di tecniche ascetiche ed infine uno specifico metodo di autodisciplina mirante a liberare progressivamente chi lo pratica (yogin) dai vincoli materiali, utilizzato, per il suo carattere pragmatico e la sua funzione spirituale, da varie scuole del pensiero filosofico-religioso indiano.
In particolare, lo Yin Yoga creato da Paul Zink e sviluppato successivamente da Sara Powers, associa gli Asana (le posizioni) allo studio dei meridiani della medicina cinese: queste particolari lezioni, infatti, lavorano sul tessuto connettivo e sono in grado di stimolare cambiamenti a livello molto profondo. Nello Yin Yoga le pose sono svolte prevalentemente a terra e mantenute passivamente per un lungo periodo di tempo: ciò permette di migliorare la salute delle nostre articolazioni e portare energia vitale alle fasce muscolari. Questa tecnica è utile sia per mantenere o accrescere la propria flessibilità ed elasticità, ma anche per rilasciare energia latente bloccata nel nostro corpo e, di conseguenza, sprigionare emozioni che, per un lungo periodo, abbiamo cercato di sopprimere. Nel momento in cui ciò accade, possiamo concentrarci sul respiro, canalizzare il nostro Prana e la nostra energia, mantenendo un atteggiamento aperto e provando anche a sorridere!
Lo Yin Yoga lavora sul sistema parasimpatico ed è per questo motivo che nei momenti particolarmente stressanti sarebbe utile inserire nella nostra routine la pratica dello Yin, da abbinare, se possibile, alla meditazione e al Pranayama.
Il termine Pranayama è formato dalle parole prana e ayama che tradotto significa “espansione del prana”, cioè espansione dell’energia vitale. Il Pranayama è composto da tre parti: Puraka: l’inalazione; Kumbhaka: trattenere il respiro, l’apnea; Recaka: l’espirazione.
Il Prana è l’energia peculiare che deriva dal nostro respiro: se il cervello non riceve ossigeno a sufficienza, non possiamo avere energia sufficiente per crescere e cambiare.
Il Pranayama provvede all’energia di cui noi abbiamo necessità, sia per il corpo, sia per la mente; sostiene con potere e forza i nostri pensieri e i nostri intenti, in modo tale da facilitare la realizzazione dei nostri obiettivi.
Il respiro collega il cervello, le emozioni e i recettori di tutto il corpo, agendo attivamente sul Sistema Nervoso Autonomo. Il ritmo del respiro profondo può supportare il corpo e attivare il processo di omeostasi, guidando la mente in uno stato meditativo e intuitivo grazie alle onde Theta. Più siamo tesi e indaffarati o ansiosi, più tendiamo a respirare con i muscoli intercostali, non agendo quindi sull’area degli organi vitali; il respiro addominale e yogico consente un continuo massaggio nel movimento di contrazione ed espansione, vitale per le funzioni digestive e renali. Attivando una respirazione profonda e regolare, si attiva invece il Sistema Nervoso Parasimpatico, che calma il cuore e riduce lo stress.
Meditare dal latino meditāri (iterativo di medēri ‘curare’), nel suo significato originale, indicava “esercitarsi” e poi, successivamente “riflettere”. La meditazione è lasciarsi andare: non si tratta di concentrazione, ma dell’esatto opposto, ovvero una deconcentrazione: non si tratta di focalizzare la propria mente su un pensiero, ma di espanderla.
Sono molteplici i benefici della meditazione: mente calma, buona concentrazione, maggiore chiarezza, miglioramento della comunicazione, relax e ringiovanimento della mente e del corpo. Con la meditazione, la fisiologia subisce un cambiamento e ogni cellula del corpo si riempie di maggiore energia; ciò si traduce in gioia, pace ed entusiasmo. Anche a livello fisico, i benefici della meditazione sono molteplici:
- abbassa la pressione arteriosa
- riduce gli attacchi di ansia
- diminuisce alcuni dolori legati alle tensioni
- stimola la produzione di serotonina
- migliora il sistema immunitario
- aumenta il livello di energia.
La meditazione porta inoltre il pattern delle onde cerebrali in uno stato alfa che promuove la guarigione. Con una pratica regolare della meditazione si possono anche riscontrare:
- diminuzione dell’ansia
- miglioramento della stabilità emotiva
- aumento della creatività
- sviluppo dell’’intuizione.
Per sperimentare i benefici della meditazione, la pratica regolare è necessaria: bastano solo pochi minuti al giorno nella routine quotidiana, per perfezionare un allenamento mentale straordinario che serve a recuperare energie, alleviare tensioni e migliorare l’autocontrollo. La sua efficacia nel lungo termine è ovviamente direttamente proporzionale alla costanza di applicazione in termini sia quantitativi (tempo e frequenza) che qualitativi (fiducia e capacità di lasciarsi andare).
Antonella Allegrucci
Psicologa, Naturopata, Health Coach, Consulente Nutrizionale
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