La Rivoluzione dei Fiori

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Secondo Edward Bach (1866-1936), fondatore della floriterapia, la malattia è la conseguenza di uno squilibrio interiore o dell’accentuazione esasperata di un difetto: gli stati emotivi negativi sono i veri indicatori della malattia. Uno squilibrio interiore, un conflitto psicologico, un problema irrisolto a livello emotivo o mentale provocano un’alterazione dell’individuo e se tale squilibrio non viene risolto sui piani sottili, precipita nella materia, originando la malattia fisica. Per guarire, quindi, non bisogna curare la malattia fisica, bensì rimuovere lo stato emotivo negativo sviluppando lo stato emotivo positivo, oppure attenuare il difetto sviluppando la virtù contrapposta.

Oltre ai rimedi floreali originari, oggi ci si può avvalere anche di altri strumenti, ad esempio i fiori australiani denominati “Australian Bush Flowers”, che sono stati studiati dal naturopata australiano Jan White secondo gli stessi principi di Edward Bach: ogni pianta incarna un particolare modello energetico, una “virtù”, che si può intuire studiandone la forma, la dimensione, l’aspetto esteriore e le modalità di crescita (segnatura). Le essenze australiane sono ricavate da piante che crescono spontaneamente nella parte interna del continente australiano (il bush, ovvero la macchia australiana), in luoghi incontaminati; le miscele di fiori australiani sono realizzate per favorire il ripristino del benessere psicofisico, aiutando ad affrontare la quotidianità con la massima energia e serenità. Sono composti da un insieme di 69 essenze che possono essere assunte singolarmente o combinate tra loro.

Gli aborigeni australiani hanno sempre utilizzato i fiori per trattare i disagi o gli squilibri emozionali, mangiando talvolta il fiore per assorbirne tutta la potenza curativa e celebrando in un rito i fiori non commestibili, al fine di assorbirne le vibrazioni terapeutiche. I fiori australiani costituiscono, dunque, un’armonica integrazione tra la floriterapia di Bach e le antiche tradizioni, toccando nuovi e più moderni ambiti, quali la comunicazione, la sessualità, la creatività e il rapporto con le tecnologie. Dopo la morte di Bach, c’è stata poca ricerca in questo campo che è poi ripresa in diverse parti del mondo intorno agli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, riconoscendo finalmente alle essenze floreali l’importanza e l’efficacia che meritano. Grazie all’energia, alla saggezza antica ed alla vitalità presenti nel continente australiano, le essenze del bush sono state studiate da Ian White e successivamente portate all’attenzione di tutto il mondo, come elemento prezioso per la crescita emotiva e spirituale universale.

Le essenze floreali guidano l’individuo verso l’armonia fisica, mentale, emozionale e spirituale; il percorso della guarigione metterà sempre in gioco tutte le componenti più profonde dell’essere umano: le essenze floreali favoriscono la guarigione a tutti i livelli in modo dolce ma profondo e definitivo, donando quella saggezza interiore che ci permette poi di aiutare gli altri e innalzare la nostra e l’altrui consapevolezza.

Le essenze floreali vengono assunte con modalità diverse in relazione al risultato terapeutico che vogliamo ottenere ed in relazione alle necessità specifiche della singola persona.

I fiori si prestano ad essere miscelati tra loro: a questo riguardo si tenga presente che una singola essenza alla volta, se scelta appropriatamente, sviluppa le proprie qualità in maniera più profonda rispetto a quanto succede miscelando la stessa essenza con altre: ciò perché si stabilisce un rapporto esclusivo tra l’organismo e la singola essenza; mentre assumendo un composto di più rimedi, le qualità energetiche dei singoli fiori si fondono tra loro generando un effetto d’insieme. Per ogni situazione, è possibile usare fino a sette fiori australiani in un’unica miscela, anche se, per funzionare al meglio, si consiglia di usare al massimo quattro o cinque fiori. Il dosaggio consigliato è di 7 gocce al mattino e 7 alla sera sotto la lingua (a differenza dei fiori di Bach, il cui dosaggio è 4 gocce, 4 volte al giorno). Per i bambini e per le persone affette da celiachia è consigliabile sciogliere le gocce in acqua calda, in modo da far evaporare il brandy contenuto nella preparazione. Questi fiori possono essere utilizzati anche sulla pelle, puri, direttamente sulla parte interessata o miscelati a creme e massaggiati. In questo caso il dosaggio consigliato è di 7 gocce ogni 15 ml.

Ian White fa spesso riferimento alla Medicina Tradizionale Cinese per spiegare gli effetti della floriterapia: le essenze australiane favoriscano il fluire dell’energia, che scorre lungo i meridiani. Ad ogni meridiano è correlata un’emozione: ad esempio, se lavoriamo sul meridiano del Fegato, l’emozione ad esso correlata è la rabbia. Utilizzando il Dagger Hakea, essenza indicata per questo sentimento, vedremo un significativo miglioramento. Stessa cosa con altre essenze come il Dog Rose, che cresce lungo i corsi d’acqua e che proprio per questo lavora in modo ottimale sul meridiano del Rene (che in MTC è legato all’Acqua, a cui si associa la paura). Dog Rose infatti è indicata nelle persone che convivono con paure banali e che si sentono spesso insicure. Alcune fra le 69 essenze sono quindi in grado di lavorare direttamente sui meridiani. Inoltre, come ricorda sempre Ian White, le essenze sono autoregolanti, riequilibrano cioè un eccesso o un difetto.

Antonella Allegrucci

Psicologa, Naturopata, Health Coach, Consulente Nutrizionale

STUDIO MEDICO

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