Una Visione Olistica

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Il termine Naturopatia fu utilizzato per la prima volta dal medico statunitense John Scheel: il significato principale è “sentiero naturale” dall’etimologia inglese Nature’s Path, sebbene siano presenti anche altre interpretazioni che attribuiscono l’etimo al termine greco pathos (empatia, sentimento), modificando quindi leggermente il significato della parola in “empatia con la natura”.

La Naturopatia o Medicina Naturopatica, riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un complesso di pratiche, metodologie e tecniche di medicina alternativa, i cui principi fondanti nacquero intorno al XIX secolo negli Stati Uniti.

Scopo principale della Naturopatia è l’educazione alla salute o il suo ripristino secondo le leggi della natura che regolano il corpo umano: non si occupa quindi di curare la malattia ma di intervenire, con rimedi del tutto naturali, sulla causa del disturbo patologico; non rappresenta un’alternativa alla Medicina convenzionale. ma funge da supplemento e complemento, cooperando con essa; incentiva la persecuzione di uno stato di benessere complessivo e la capacità di auto-guarigione dell’essere umano con provvedimenti mirati di riequilibrio e disintossicazione. Rimettere in equilibrio il “sistema uomo”, inteso come somma di elementi psichici e fisici, attraverso l’omeostasi, da raggiungere miscelando l’antichissimo know-how delle terapie naturali con gli approcci salutistici più avanzati.

In ambito naturopatico, la patologia si manifesta ogni volta che l’individuo è soggetto ad uno squilibrio energetico, che comporta il progressivo manifestarsi dei primi sintomi; cogliere il senso profondo di ogni evento, le caratteristiche e la tempistica di un disagio, può consentire di comprendere più agevolmente il flusso energetico che regola vicende personali apparentemente scollegate.

Per la naturopatia, quindi, la patologia non è altro che la conseguenza di uno squilibrio energetico a cui fare fronte con un approccio olistico nei confronti dell’individuo, da considerare nella sua globalità (mente, corpo e anima); non si lavora solo sui sintomi, ma bisogna necessariamente analizzare tutti quei fattori esogeni con cui la persona è entrata in contatto e che potrebbero, nelle modalità più disparate, aver alterato l’equilibrio energetico, andando così a compromettere lo stato di salute.

Poiché tutto in natura ha una sua frequenza vibratoria e ogni elemento è una parte del tutto, l’ascolto radiestesico e l’utilizzo delle frequenze di piante, pietre e metalli sotto forma di tinture, elisir, acqua informata, oli o alimenti, permette di identificare l’informazione errata e l’ambito psicosomatico in cui agisce e allo stesso tempo di risintonizzare quella particolare funzione/informazione alla pulsazione originaria, correggendone la distorsione. Come le funzioni biologiche, fisiologiche e biochimiche dell’organismo sono la risultanza dell’adesione a codici archetipici, così in ogni elemento naturale risiede il suo principio attivo, espressione di un Principio spirituale.

Le tecniche a cui si ricorre per ristabilire l’equilibrio energetico sono diverse e variegate: massaggi, riflessologia, idroterapia, aromaterapia, floriterapia, iridologia e tante altre. Riequilibrare l’energia significa soprattutto ristabilire un processo naturale di equilibrio generale della persona, per consentirle di sentirsi in sintonia con sé stessa e gli altri.

Sono quattro i principali fondamenti filosofici a cui si ispira la naturopatia: il casualismo, il vitalismo, il naturalismo e l’olismo.

Il casualismo consente di ritenere che ci possano essere cause differenti per una singola patologia: non solo quindi il fattore biologico, ma anche quello emotivo e fisico. Secondo questo principio, inoltre, l’atteggiamento mentale della persona assume un ruolo centrale e fondamentale, soprattutto in ambito preventivo, attraverso l’assunzione di precisi comportamenti ispirati ad uno stile di vita sano e naturale.

Il vitalismo è un principio filosofico secondo cui ogni essere vivente non si riduce alla sua struttura fisico-chimica, ma è altresì dotato di un’energia vitale, che lo anima e lo aiuta a mantenere l’omeostasi. È evidente, quindi, che un organismo equilibrato, sano ed armonico, sia più predisposto ad innescare meccanismi di auto-guarigione e auto-regolazione, in caso di necessità. Il cervello può rilevare ed affrontare tutti i disturbi corporei, ma la liberazione dei neurotrasmettitori è influenzata da innumerevoli fattori: il nostro stato psicologico, la capacità di reazione alle condizioni critiche, lo stile di vita ed il vissuto emotivo; la scarsa fiducia circa la possibilità di utilizzare al meglio le proprie risorse interiori in caso di difficoltà, può contribuire ad un indebolimento del fenomeno dell’autoguarigione nello stesso modo dell’uso eccessivo e prolungato di farmaci non necessari e/o dell’abuso di sostanze nocive. Da segnalare in tal senso uno studio effettuato presso L’Harvard Medical School di Boston, pubblicato nel 2002, secondo cui la preghiera ed in particolare la recitazione del rosario (o comunque di un mantra ripetuto), avrebbe la capacità di regolarizzare la pressione arteriosa ed il battito cardiaco. In effetti, è dimostrato che queste particolari pratiche di concentrazione e di ricerca dell’equilibrio tendono ad abbassare il tono del sistema simpatico a favore di un’attivazione di quello parasimpatico, predisponendo al rilascio di ormoni quali serotonina, dopamina, endorfine e citochine. Le sostanze neurotrasmettoriali, come le citochine e la serotonina, attivano le indispensabili difese immunitarie dell’organismo. Il rilascio di queste sostanze non è connesso solo alle preghiere o ai mantra, ma è anche direttamente collegato all’esercizio di un’attività creativa, alla pratica dello sport, all’amore e al sesso.

Il cervello diviene quindi il naturale orologio delle nostre emozioni, consentendoci di vivere un’esistenza migliore e più in sintonia con il nostro io più profondo, generando benefici diretti ed indiretti, ovvero garantendo uno stato di salute superiore, anche attraverso una più profonda e proattiva capacità di autorigenerazione.

Gli ultimi due principi filosofici che ispirano la naturopatia sono: il naturalismo, secondo cui l’uomo e la natura sono profondamente interconnessi fra di loro e che quest’ultima gioca un ruolo primario nella salute dell’individuo ed infine l’olismo, che vede l’uomo come “unicum” non divisibile.

E’ questa quindi la sfida più importante che attende il naturopata nel corso dei prossimi anni: senza sostituirsi alle specificità di ciascuno, comprendere e far comprendere alle persone / clienti che è proprio il supporto combinato di tutte le proprie competenze l’elemento cardine per cercare di ricostruire quanto si è perso nei secoli, preoccupandosi esclusivamente di curare il sintomo o la malattia e delegittimando progressivamente la capacità naturale dell’uomo di auto-comprendersi e auto-curarsi: attraverso il colloquio e la sana relazione empatica che riesce a stabilire, è in grado di consigliare la strada più naturale da percorrere per raggiungere lo scopo, dal miglioramento dello stato di salute complessiva alla capacità di affrontare al meglio le avversità durante il cammino della vita.

Oggi si hanno a disposizione tantissime possibilità per trovare facilmente un rimedio naturale adatto al sintomo che si manifesta, ma questo non è sufficiente: un sintomo, un problema di salute sono anche manifestazioni che raccontano chi siamo e chi vorremmo essere, sono un lampo di luce su noi stessi. Far diventare quel “problema” un’occasione di crescita e consapevolezza, implica approfondire e guardare tutti gli aspetti che ci coinvolgono non solo a livello fisico, ma anche e soprattutto emotivo, psichico e relazionale.

Per questo l’empatia diviene un elemento cardine nel corretto approccio al cliente ed alle sue problematiche: non bisogna fermarsi al credere di sapere, si deve riuscire a comprendere i sentimenti e le emozioni, mantenendo la giusta distanza e senza esserne travolti, ma cercando di percepire distintamente la sofferenza; si rimane in attesa di cogliere il vero messaggio, in una relazione equilibrata che riconosce all’altro il diritto di manifestare in modo unico e speciale percezioni e reazioni specifiche alla propria sofferenza ed al proprio dolore. È un allenamento continuo ad ascoltare con cui il naturopata acquisisce progressivamente le informazioni, attraverso la comunicazione verbale e non verbale, restituendole poi sotto forma di consiglio, indicazione, stimolo o spunto di riflessione.

Aiutare gli altri vuole dire anche aiutare sé stessi, ogni giorno, verso un percorso di cambiamento profondo: imparare a riconoscere le proprie emozioni positive e negative come parte di un tutto a cui si appartiene da sempre e per sempre, può ispirare un numero maggiore di persone ad avere cura di sé prima che sia troppo tardi. Perché, ritrovare la propria umanità smarrita, significa soprattutto allontanare con fermezza quell’ansia di vivere per sopravvivere che non è mai la scelta migliore per la propria salute.

Antonella Allegrucci

Psicologa, Naturopata, Health Coach, Consulente Nutrizionale

STUDIO MEDICO

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